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Locus of control e atteggiamento competitivoIl locus of control (LoC) è una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e gli eventi. Vedere il futuro come "autodeterminabile" da parte dell'impresa, e comprendere l'esigenza di attivarsi senza attendere il fato, dipende sostanzialmente dal posizionamento del locus of control aziendale. Le ricerche sul tema ne dimostrano la centralità per il raggiungimento della competitività e impongono un ruolo primario del LoC nel metodo[1]. Un LoC "esterno" attribuisce prevalentemente al destino o agli "altri" il controllo di quanto accade. Un LoC "interno" vede invece il soggetto molto più indirizzato a considerare il destino come un effetto delle proprie azioni e quindi una variabile "intervenibile". In altre parole, il locus of control rappresenta l'atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati, rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne. Alcuni sintomi di locus of control esterno sono: § sentire gli eventi come imprevedibili; § dipendere continuamente dagli altri (es.: chiedendo continuamente "come si fa...") anziché attivarsi nel problem-solving e nell'autonoma ricerca di soluzioni; § ritenere che le variabili esterne da controllare siano eccessive e opprimenti rispetto alle proprie capacità; § lo sviluppo di un senso di impotenza rispetto agli eventi; § l'attribuzione di risultati negativi sempre e comunque al destino o agli altri § la rapida perdita di motivazione, a fronte di ostacoli e difficoltà. Sintomi della presenza di un locus of control interno sono invece: § la ricerca attiva di strumenti, conoscenze e skills che permettono di meglio affrontare le situazioni e i problemi; § ritenere che ciascun problema possa essere risolto o perlomeno analizzato, che ciascun obiettivo sia raggiungibile (con le risorse adeguate), senza darsi per vinti, e debbano sempre essere ricercate e tentate soluzioni; § credere nei propri potenziali, attivarsi per aumentarli e svilupparli; essere convinti e perseverare, non temere la fatica, non arrendersi. § la "visione" delle possibili alternative di un corso di azione finalizzato al raggiungimento di un obiettivo e il tentativo di determinare le probabilità di successo di ciascun corso di azione (approccio strategico alle linee di azione). Il LoC può assumere connotazioni estreme, oppure gradi intermedi. La posizione lungo il continuum varia infatti in funzione della personalità e delle culture aziendali. In particolare, il "rinforzo" dei comportamenti e atteggiamenti sviluppa oppure inibisce la possibilità di assumere una visione del mondo propositiva, basata su un LoC interno.
Un rinforzo positivo ad un'assunzione di responsabilità (ad esempio prendere una scelta difficile ed esserne premiati, affrontare una dura sfida dimostrando carattere) porterà al rafforzamento del LoC interno. Rinforzi negativi (ad esempio una cultura familiare ostile al lavoro autonomo, ai rischi e all'imprenditorialità, e favorevole al "lavoro sicuro", un clima aziendale troppo accondiscendente verso gli errori o addirittura irresponsabile) porteranno invece a rafforzare il LoC esterno. L'azienda alla ricerca della competitività deve quindi introdurre sistemi di rinforzo (premio) per favorire l'assunzione di responsabilità, stimolare con incentivi (remunerazione e benefit) l'incremento della componente manageriale del lavoro, promuovere la gestione per obiettivi. Il LoC si lega anche alla competitività personale. Diversi studi hanno dimostrato che le esperienze temporali dei soggetti con LoC esterno sono significativamente più spiacevoli, confuse e inefficienti, rispetto ai soggetti con LoC interno. Per il metodo ALM, questo significa riconoscere che il LoC esterno genera un circolo vizioso di disorganizzazione, abbandono, un vissuto permeato da senso di vittimizzazione e impotenza che degenera in auto-sconfitta. Questo rinforza il LoC esterno creando un meccanismo perverso di retroazione e perdita di spirito competitivo, un meccanismo del tipo “te lo dicevo che non ce l’avrei fatta, era meglio se nemmeno ci provavo, sono un perdente, quindi non ci proverò nemmeno più”. Al contrario, il meccanismo del “trial and error”[2], applicato su problemi di difficoltà crescente e su obiettivi sempre più sfidanti, genera auto-motivazione, sviluppa il senso delle proprie possibilità, rafforza il ragionamento “se impegno abbastanza ce la posso fare, non mi tiro indietro”. Figura 16 - Ciclo vizioso del LoC esterno
La competitività personale richiede quindi l'assunzione di un rapporto attivo verso il destino. Iniziare a porsi obiettivi, magari ambiziosi e impegnativi, oppure semplici e minimali, e chiedersi quali linee di azione impostare per raggiungerli, costituisce un ottimo punto di partenza per il raggiungimento della competitività personale. Raggiungere piccoli obiettivi è il prerequisito per poi guardare più in alto. Questo approccio vale sia per la vita professionale autonoma (libero professionista che si interfaccia con i clienti esterni) che per un dipendente, dirigente o collaboratore che si rapporta ai clienti interni dell'impresa (altri soggetti con cui avvengono relazioni di scambio). [1]Lo sviluppo del lavoro di ricerca sul locus of control si deve a Rotter (1966, 1971). [2] Prova ed errore, non arrestarsi di fronte al problema ma tentarne soluzioni ragionate. Altri articoli di Management
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